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lunedì 30 luglio 2012

Film 2009: La dura verità (sugli uomini e sulle donne)


 Prendete una donna, estremamente romantica, sempre alla ricerca dell'uomo perfetto, un po' “maniaca del controllo” e molto nevrotica, poi prendete un uomo cinico, arrogante, che non crede assolutamente nell'amore, ma molto controllato. E poi costringeteli a lavorare insieme. Tutto questo è la dura verità (titolo originale: "The ugly truth").
Abby infatti è una bravissima produttrice televisiva di un noto show a Sacramento. Molto romantica e molto nevrotica. Tornando a casa la sera, le capita di vedere un pezzo di uno show televisivo locale intitolato "La dura verità", il suo conduttore è Mike, il cui cinismo sulle relazioni fra uomini e donne incita un'irritata Abby a telefonare allo show per discutere con lui in diretta.




Il giorno dopo la produttrice viene a conoscenza che la stazione televisiva sta per cancellare il suo show per via dei pochi ascolti, per cui, nell'intento in extremis di salvare lo show, il direttore della stazione assume proprio Mike per ravvivare gli ascolti.


In un primo momento, e quasi per tutta la durata del film, i due hanno un rapporto molto più che conflittuale: Abby pensa che Mike sia rozzo e disgustoso mentre lui trova Abby una “maniaca del controllo”. Eppure, quando Abby trova l'uomo dei suoi sogni, un avvenente dottore chiamato Colin nonché suo vicino di casa, Mike la convince a seguire i suoi consigli. Lei accetta il suo aiuto, e se fosse riuscita a far colpo su Colin avrebbe lavorato felicemente con Mike, al contrario se non ci fosse riuscita Mike si sarebbe dimesso.
Raggiunta la notorietà nel 2007 con la serie tv Grey's Anatomy, Katherine Heigl è il perfetto esempio di esordiente attrice comica del pubblico Americano che si presta in maniera eccellente in questo nuovo film, dove recita la parte dell'innamorata inesperta. La coppia Heigl/Butler è a dir poco esilarante, frizzante, sopra le righe e quindi il pubblico si diverte non poco.


Il regista Robert Luketic (regista anche del film “La Rivincita Delle Bionde”), dirige con maestria, giudizio e giusto senso del ritmo questa nuova commedia sentimentale, e ciò aggiunge molto allo stile visivo e narrativo de "La Dura Verità". La pellicola è sostenuta da innumerevoli gag (non necessariamente “scatologiche”, come sostiene il protagonista stesso). Altro punto di forza è l'attore Gerard Butler, che con il suo personaggio con le sue “teorie di conquista”, e la sua opinione della “dura verità” tra gli uomini e le donne e tutti “gli annessi e connessi”, è fonte indiscussa di divertimento, e origine di innumerevoli dibattiti tra lui e la protagonista.
Non tutto però funziona, e a saltuariamente passa qualche minuto prima di tornare a ridere; ma comunque ci si diverte, eccome. Una bella prova di commedia per un'artista esordiente come Katherine Heigl e una vera e propria rivelazione in ambito comico per Gerard Butler.
In conclusione, un film simpatico. Assolutamente da vedere se si vuole passare una serata in allegria.



Voto:
4/5


sabato 28 luglio 2012

Indiana Jones: uno sguardo dietro la macchina da presa

Indiana Jones e I predatori dell'arca perduta

La prima volta che ho guardato Indiana Jones avevo cinque anni, ed ero comodamente seduta sul grande divano di casa. Non ricordo come o in che modo mi trovai a vederlo, ma ricordo con piacere lo stupore crescente che mi animava ad ogni scena, e la cosa straordinariamente con l'avanzare degli anni non è cambiata.
Henry Walton Jones Jr., meglio noto come Indiana Jones è, come tutti sappiamo, un personaggio cinematografico ideato da George Lucas, i cui omonimi film sono stati diretti da Steven Spielberg.
Nato il 1° luglio 1899 Indiana Jones è un brillante professore universitario di archeologia, che all'occorrenza veste i panni dell'avventuriero partendo per i luoghi più esotici della terra alla ricerca di reperti straordinari.
La storia della sua nascita inizia nel 1973, quando un giovane e neolaureato regista, George Lucas, era alla ricerca di nuove idee e progetti da sviluppare per il grande schermo.

 
La prima ispirazione per il personaggio gli venne da un poster di un vecchio film che gli riportò alla mente gli anni trenta e i film d'avventura dell'epoca, suggerendogli così la figura di archeologo dal doppio ruolo, quello di preciso ed impeccabile professore universitario e quello di avventuriero vestito di giacca di pelle e vecchio borsalino in testa, con la barba incolta, un revolver e una frusta come sole armi, in giro per il mondo alla ricerca di antichi reperti e civiltà perdute, capace di superare numerose insidie. 


 
La storia però iniziò a prendere corpo solo nel 1977 in una spiaggia delle Hawaii, quando Lucas contatta il suo amico d'infanzia Steven Spielberg per dirigerlo. Il progetto conquista immediatamente l'immaginazione sfrenata del regista, che arrivò insieme a Lucas già a gettare le basi di una sceneggiatura incentrata sulla ricerca della mitica Arca dell'Alleanza.



Dovettero passare, però, altri quattro anni prima che il progetto andasse finalmente in porto, e nel frattempo Lucas era impegnato nella realizzazione dei primi due episodi della serie di Guerre stellari, che riscossero, come si sa, un grandioso successo.
Al momento della realizzazione del film, Lucas vestì i panni dello sceneggiatore e del produttore, mentre Spielberg lo aiutò con il copione e curò la regia. Per il ruolo del protagonista venne scelto inizialmente Tom Selleck, il quale si dovette tirare indietro all'ultimo momento a causa del contratto di esclusività che aveva con la rete televisiva CBS.


Quando arrivò il veto della CBS (a preparativi già molto avanzati), venne scelto l'emergente Harrison Ford, che aveva già recitato in un ruolo importante nei film di Guerre stellari, quello di Ian Solo.
La decisione venne presa a sole tre settimane dal primo ciak



Tuttavia rimangono comunque alcuni interessanti filmati del provino di Selleck, nei panni di Indiana, che recita alcune scene del copione.


Il nome originario del personaggio, scelto da Lucas, doveva essere Indiana Smith, tuttavia Spielberg detestava questo nome, poiché pensava non suonasse bene, al che Lucas avrebbe risposto: "Chiamalo Indiana Jones, o come ti pare, il film è tuo ora". Il nome “Indiana”, tra l'altro, pare che derivi proprio dal nome del cane di George Lucas.


Anche se il personaggio di Indiana Jones ha tutti i requisiti di un eroe dalla doppia vita, non sembra essere invincibile o perfetto come un supereroe: non possiede poteri sovrumani, e ha svariati difetti, tra i quali la sua incontrollabile fobia per i serpenti.

 
Fu lo stesso Spielberg a voler conferire al personaggio una personalità a tratti quasi infantile, romantica e cinica, con atteggiamenti che ricordano quelli di un lupo solitario, cacciatore di tesori e detective incallito.
Il regista voleva che il pubblico potesse dubitare veramente che Indy l'avrebbe scampata oppure no alle sue roccambolesche avventure, voleva che sul suo volto si potesse vedere la paura e il dolore, dato che nei film viene picchiato molto spesso, e che si rendesse conto che il protagonista era un uomo che poteva anche fallire.


 
In fine Indiana Jones ha ispirato nel corso di quasi trent'anni diversi altri personaggi di archeologi-avventurieri presenti in opere successive, (come ad esempio Richard "Rick" O'Connell nei film de “La Mummia”, oppure Benjamin Gate, nel film “Il mistero dei templari”, solo per citarne alcuni) e non solo, ha avuto anche il merito di aver riportato in auge l'archeologia e il brivido dell'avventura e della scoperta.
Impresa non da poco.


 

mercoledì 25 luglio 2012

Biancaneve e il Cacciatore


Ormai è celebre la tendenza del
cinema contemporaneo a
rinnovare il repertorio dei
classici,e il regista Sanders
non fa eccezione, pescando
tra le fiabe quella dei fratelli Grimm,
una delle più famose, e realizza un film
in costume di tutto rispetto,
contraddistinto da modifiche sostanziali
nella trama e nella caratterizzazione dei
personaggi di “Biancaneve e il
Cacciatore”.
Rilevanti sono i “ritocchi” apportati alla struttura
stessa della pellicola.
Sanders rivoluziona in tutto
e per tutto la protagonista: Biancaneve diventa una
guerriera, una Giovanna D'arco a tutti gli effetti,
che per fronteggiare la matrigna viene addestrata
all'arte della guerra proprio dal cacciatore,
compiendo la sua ascesa a colpi di spada e
coraggio. Biancaneve ha una nuova identità,
più decisa, più da
eroina, e si rivolge al pubblico femminile negandogli
ogni abituale gratificazione: nessun principe azzurro
dalla chioma fluente e la spada tratta in sella ad un
bianco destriero trae in salvo la principessa, che al contrario
si salva quasi da sola, e viene “supportata” da un team
di uomini fuori dal comune (sette nani minatori convertiti
al furto e un cacciatore vedovo e sbronzo).
Ma la particolarità del film sta nella psicologia dei
personaggi. Per la prima volta in assoluto si comprende
il passato della regina Ravenna, spietata sterminatrice di
fanciulle e regni, che nella pellicola appare agli occhi
dello spettatore decisamente più umana, ma anche molto
più crudele.
E allora si costruiscono psicologie definite, e un background
profondo a figure prima d'ora sempre trascurate
(si veda il cacciatore), attribuendo loro un nome, un passato
e un trauma che ne giustifichi il loro modo d'essere
e le loro azioni.
Anche la protagonista dalle “labbra rosso sangue
e “chioma di nero fulgore”, sopravvissuta all'immancabile
mela grazie al fatidico bacio, ha un passato e una
psicologia molto più profonda, che la portano a lottare
per la vita e la libertà.
 
 
E se convince la protagonista forte delle sue debolezze,
volta alle scelte estreme e proiettata verso lo scontro
uno a uno con la propria matrigna, che armata di scudo
e corazza, guida coraggiosamente le schiere dei suoi
fedelissimi all’assalto delle mura del castello, meno
convincente è chi la interpreta: Kristen Stewart sembra
essere affetta dalla stessa e monotematica espressione
sofferente che la perseguita da anni inTwilight.
Se la si vuole paragonare alla sua antagonista poi è
ancora peggio.
Charlize Theron nel suo ruolo di perfida matrigna è
decisamente “superba”. Crudele al punto giusto, tanto
da far rizzare i capelli in testa. 
 
 
 
Chris Hemsworth (il cacciatore) invece per il momento è stato apprezzato soltanto per il suo ruolo in Thor (tralasciando il suo ruolo in “Quella Casa nel Bosco”) , passa positivamente il primo bando di prova post-Thor.
Anche se il ruolo del Cacciatore sembra molto simile a quello del dio del tuono, molto fisico, per certi versi arrogante, ma sotto sotto buono e con un cuore tenero.



Per quanto riguarda la sceneggiatura, essa ha regalato momenti di pura e stupefacente azione, alternata però con pause forse un po' troppo lunghe, ma in compenso la pellicola sembra essere molto più realistica delle altre trasposizioni cinematografiche.
Scrivendo di un film dark-fantasy, sembra difficile non descrivere le ambientazioni e gli effetti speciali usati per rendere ancora più spettacolare il film.
La “foresta nera” a dire il vero non è mai stata così “nera”: la fiaba per bambini è soltanto un vago e pallido ricordo, e ad un certo punto è sembra quasi di vedere un horror, con creature orrende che appaiono per ogni dove.
Il troll che attacca Biancaneve e il cacciatore ai confini della foresta è stato realizzato magnificamente, e questo ne è solo un esempio, un ottimo effetto visivo è stato compiuto anche con l’esercito delle tenebre della perfida regina Ravenna.
Forse il make up digitale è stato probabilmente in certi aspetti troppo trascurato, e trattandosi di una grossa produzione forse si poteva fare di più.

Al contrario, i combattimenti anche non essendo al centro della storia, hanno dato una magnifica idea di una vera e propria battaglia epica.
In conclusione si può di sicuro affermare che “Biancaneve e il Cacciatore”, pur avendo qualche difetto nella scelta degli attori, è il miglior adattamento cinematografico tratto dalla fiaba dei fratelli Grimm, la scelta che sembrava azzardata di rendere “adulto” il racconto è stata vinta da tutti coloro che c'avevano investito, passando l'esame quasi a pieni voti.
Per questo la visione del film è assolutamente consigliata, in modo da avere finalmente una visione differente (ma non per questo meno bella), più coinvolgente e realistica di una delle fiabe più antiche della storia.
E' chiaro anche che se siete amanti della storia originale potrete lievemente (si fa per dire) rimanere stupiti dal cambiamento, ma a volte cambiare sembra l’unica scelta possibile per non rimanere intrappolati nel passato.
Voto:

3/5

martedì 24 luglio 2012

Biancaneve di Tarsem Singh


Nel 2010 ci aveva pensato Tim Burton a riportare sul grande schermo “Alice in Wonderland”, e il film è stato un successo quasi senza precedenti, piazzandosi nella decima posizione dei film che hanno incassato di più nella storia del cinema. Poi è stata la volta di “Cappuccetto rosso sangue” nel 2011, diretto da Catherine Hardwicke, stessa regista di Twilight, e la trama sembrava persino più banale e deprimente di quest'ultimo. Ora invece tocca a “Biancaneve”, film del 2012 diretto da Tarsem Singh.
La storia è sempre la stessa: ossessionata dalla propria bellezza la matrigna cattiva (Julia Roberts) rinchiude la povera principessa tra le mura del proprio castello subito dopo la morte del padre, e ogni giorno chiede al suo specchio, “specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” Ma in uno di questi giorni lo specchio le da una risposta diversa: Biancaneve (Lily Collins) è la più bella. Livida d'invidia la regina chiama il suo fedele servo, e gli chiede di portare la principessa nel bosco per poi ucciderla, e come prova della sua morte dovrà portargli il suo cuore.
Riuscita a mettersi in salvo Biancaneve trova rifugio nella casa di un gruppo di nani, che invece di essere semplici minatori, sono esperti ladri.
Lily Collins veste i panni di Biancaneve, dove in questo film non le somiglia minimamente (inoltre, per tutta la durata della pellicola non si può far a meno di notare le sue enormi sopracciglia), ne da una brillante prova di recitazione.
La vera punta di diamante nel film è la matrigna cattiva interpretata da Julia Roberts, che la riempie non solo di cattiveria, ma anche di fascino e molta ironia. Celebre la frase dove descrive con disprezzo e sarcasmo la figliastra: “bla, bla, bla... non sono neri i suoi capelli, sono corvini, ha diciotto anni e la sua pelle non ha mia visto il sole, per forza è bella!
Forse non sarà la più bella del reame, ma per tutto il tempo non fa che oscurare Biancaneve, dando l'impressione che fosse lei la vera protagonista.
Ma Julia Roberts non basta per risollevare le sorti del film: i vestiti di Eiko Ishioka sono vistosamente troppo voluminosi e colorati, la stessa Julia Roberts ha raccontato che i suoi costumi erano talmente ingombranti che non era facile muoversi dopo averli indossati, al punto che durante una scena si era fatta anche male.
La poi trama si presenta banale e scontata, con fin troppi riferimenti, gli spettatori sono costretti a sopportare sette nani a dir poco irritanti e maneschi, un principe ai limiti dell'ingenuità (per non dire della stupidità) e una Biancaneve che vuole imitare troppo Robin Hood.
Peccato per il film, perché l'idea di base era buona, andava bene rivisitare o modificare una favola antica, però bisogna averne anche le capacità.




Il prossimo film basato sulla favola sarà “Biancaneve e il Cacciatore”: Si spera vivamente in qualcosa di meglio.


Voto: 2/5