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domenica 21 aprile 2013

I vampiri al cinema


La presenza dei vampiri nelle pellicole cinematografiche ha sicuramente radici ben molto profonde, e mi viene difficile quale sia in assoluto il primo film sui vampiri della storia, ma “Le manoir du diable” è forse in assoluto uno dei primi film horror nella storia cinematografica.
Si tratta essenzialmente di un corto di circa tre minuti, pubblicato per la prima volta alla vigilia di Natale del 1896 nel teatro Robert Houdin, a Parigi.

Ma credo che difficilmente gli spettatori che quel giorno erano andati a vedere il corto, o lo stesso regista – Georges Méliès – si sarebbero mai immaginati che proprio da quella pellicola, che durava poco più di tre minuti, ne sarebbe scaturito il successo non solo dei film di genere horror (anche se di horror quel corto aveva poco e nulla anzi, il suo scopo era di far principalmente divertire il pubblico), ma anche quello dei vampiri nel cinema.

Da quell'unico corto ne scaturirono montagne di film, e solo per citarne alcuni esempi: “Dracula”, prodotto in Russia nel 1920, e di cui nessuna copia è sopravvissuta, “Nosferatu il vampiro” (Germania 1922), “La figlia di Dracula” (USA 1936), “Il figlio di Dracula (USA 1943), “L'invasione degli ultracorpi” (USA 1956) e molti altri.
Nel 1994 esce “Intervista col vampiro”, trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Anne Rice e, nonostante le varie omissioni e differenze rispetto al libro, la pellicola fu un successo, incassando 230 milioni di dollari.


Ancora oggi viene da molti ricordato come uno dei migliori, e più popolari, film sui vampiri.
La storia viene ambientata a San Francisco, mentre un giornalista ascolta interessato la storia di Louis (Brad Pitt): un ricco proprietario terriero che ha la “particolarità” di essere un vampiro.
La vicenda si sposta nel 1791, e colui che ha trasformato Louis si chiama Lestat (Tom Cruise), il quale diviene il suo mentore. Ben presto i due iniziano subito a “mietere vittime” nella “Taverne du chat noir”, come negli ambienti nobili di New Orleans.

La pellicola, diretta da Neil Jordan,
ovviamente è un po' – molto – gotica, ma è anche capace di rivalutare del tutto e in maniera magistrale, la figura del vampiro che era stata affrescata fino a quei anni.
Altra pellicola popolare e molto più recente è sicuramente quella della “Twilight saga” ma, a quanto sembra, davanti a questa ennesima “avventura vampiresca” pochi estimatori del genere ne sono rimasti pienamente soddisfatti, se non nessuno.

Twilight e tutt'altro che una storia dell'horror. Quando sono andata per la prima volta a vederlo al cinema, sopra la locandina stava posizionato nella categoria, in maniera palesemente erronea, “Azione/Horror”. Evidentemente chi aveva avuto la brillante idea di scriverlo o non aveva visionato il film e sentendo la parola “vampiri” ha sparato un nome e una tipologia a caso, o soffriva prepotentemente di cataratta. Twilight è una saga prettamente adolescenziale, piena di dialoghi tipici per quella fascia d'età che se portati per le lunghe possono apparire noiosi e assolutamente banali.
Parte del problema è sicuramente anche dato da parte della regia (almeno per quanto riguarda la prima trasposizione cinematografica), ma il vero tallone d'Achille di tutta l'intera saga, sembrano proprio essere gli attori, che hanno una mimica, un'espressione facciale e di linguaggio simile a quella di un cucchiaino. Un qualche esempio? Per il mio modesto parere – ma non tutti possono essere d'accordo con me – nella scena dell'aula di scienze, dove i protagonisti si siedono per la prima volta l'uno accanto all'altro, Edward più che tormentato e attratto dall'odore di Bella, sembra che le stia quasi vomitando addosso. Per non parlare (ma qui le “doti artistiche” di Pattinson non c'entrano nulla) di quando il protagonista si mostra alla luce del sole e sembra che soffra di qualche problema di acne.
E le scene di azione? Praticamente inesistenti, e per la bellezza di centodiciassette minuti si ripete soltanto un susseguirsi di frasi scontate e banali del tipo: “Edward ti amo” e “Bella tu sei tutta la mia vita adesso”.
In sostanza, non è uno dei peggiori film che abbia mai visto, ma sicuramente neanche uno dei migliori, e sembra assolutamente perfetto per gli spettatori al quale è indirizzato: un pubblico quattordicenne.

3 commenti:

  1. Finalmente Vampiri al cinema! Erano 4 mesi che non ti vedevo sul blog! Che bello!

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  2. non avevo visto bene è già al 4 posto della tua classifica

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  3. proprio un bell'articolo! Complimenti! Mi hai fatto venir voglia di guardare "intervista col vampiro". Credo che metterò da parte le mie rimostranze per i vampiri determinate da tutte le stupide e insulse saghe che sono nate sul genere dopo che è scoppiata la moda e lo guarderò. In fondo Brad Pitt merita eccome!

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