John
è un bambino timido e introverso, che non riesce a fare amicizia
con i suoi coetanei, così riceve in regalo dai genitori un
bel orsacchiotto di peluche: il bambino si affeziona talmente al
pupazzo che esprime il desiderio che questo possa prendere vita e
stare per sempre con lui. Inaspettatamente il suo desiderio si
realizza.
Passati
la bellezza di ventisette anni l'orsetto si è “trasformato”,
diventando sboccato, consumatore abituale di droghe, sessuomane, e
chi ne ha più ne metta, provocando problemi a Jhon, che nel
frattempo ha trovato lavoro e si è fidanzato con Lori, la quale –
giustamente – non sopporta ne il pupazzetto, ne il rapporto che il
suo ragazzo ha con l'orso.
Dal
creatore dei Griffin, che sono di per sé una rappresentazione di una
realtà a tratti – se non sempre – vuota, ci si può aspettare di
tutto, meno quello che si visiona realmente sul grande schermo,
perché va bene la rappresentazione di una “realtà vuota”, ma da
qui all'esaltazione, all'elogia, ce ne passa di acqua sotto i
ponti...
Sul
serio, pensavo che si era visto di tutto, e il culmine della
sopportazione era arrivato con i classici cinepanettoni di natale
all'italiana, dove tutto va ai limiti del ridicolo e del
sopportabile. Ma qui si va ben oltre, perché il suddetto film di
ridicolo non ha nulla, e sarebbe stato meglio che ce l'avesse.
Il
continuo disporsi di frasi come “sono strafatto”, “ero
strafatto”, “facciamoci” e così via, o come il susseguirsi
ininterrotto di scene scabrose in modo del tutto gratuito in cui
tutti, animali, ragazzi, adulti e più che adulti, si affogano di
tequila e rum, e non solo, altre scene orrende che, per pubblico
pudore, non mi va neanche di descrivere, farebbe venir voglia di
vomitare anche alla persona più resistente di stomaco. Il
protagonista poi è un fallito che a trentacinque anni ancora non sa
fare praticamente nulla se non fumare bong stravaccato sul divano con
l'amico orsacchiotto, che è più cerebroleso di lui. Inoltre i
personaggi femminili, oltre alle loro praticamente nulle doti
artistiche, sembrano selezionate fra le conigliette di playboy.
E
il finale? Praticamente scontato, banale e orrendo: sarebbe stato
infinitamente meglio che il protagonista fosse stato buttato nella
pattumiera.
Voto:
0/5
CHE COMMENTO GRAFFIANTE !!! BELLO
RispondiEliminaAbito in Toscana, tu devi essere la figlia di Gabriele! Mi piace la grafica e i commenti. Sei forte. Francesca De Rossi
RispondiElimina