Will Hunting – Genio ribelle è stato il film per
il quale ho versato più lacrime in assoluto, sepolta tra i cuscini del mio
divano, e la morte di uno degli attori più bravi di tutti i tempi, a mio
parere, mi ha fatto ripensare a questo film.
Ma andiamo con ordine.
La storia ci parla di
un ragazzo prodigio, Will Hunting (Matt Damon), che fa le pulizia per il MIT
(La famosa università conosciuta anche come Massachusetts Institute of
Technology).Nonostante le sue
prodigiose e strabilianticonoscenze in
ambito matematico, sarà anche costretto ad affrontare e superare le sue paure,
specialmente la paura dell'abbandono, a causa del fatto che, essendo un orfano,
è stato respinto da tutte le famiglie, e non solo: in una di queste ha subito
anche violenze...
La
presenza dei vampiri nelle pellicole cinematografiche ha sicuramente
radici ben molto profonde, e mi viene difficile quale sia in assoluto
il primo film sui vampiri della storia, ma “Le
manoir du diable” è forse
in assoluto uno dei primi film horror nella storia cinematografica.
Si
tratta essenzialmente di un corto di circa tre minuti, pubblicato per
la prima volta alla vigilia di Natale del 1896 nel teatro Robert
Houdin, a Parigi.
Ma
credo che difficilmente gli spettatori che quel giorno erano andati a
vedere il corto, o lo stesso regista – Georges
Méliès – si sarebbero mai immaginati che proprio da quella
pellicola, che durava poco più di tre minuti, ne sarebbe scaturito
il successo non solo dei film di genere horror (anche se di horror
quel corto aveva poco e nulla anzi, il suo scopo era di far
principalmente divertire il pubblico), ma anche quello dei vampiri
nel cinema.
John
è un bambino timido e introverso, che non riesce a fare amicizia
con i suoi coetanei, così riceve in regalo dai genitori un
bel orsacchiotto di peluche: il bambino si affeziona talmente al
pupazzo che esprime il desiderio che questo possa prendere vita e
stare per sempre con lui. Inaspettatamente il suo desiderio si
realizza.
Nell'ultimo
capitolo della serie Isabella Swan, detta anche Bella, si era
lasciata trasformare in vampira dal suo amato Edward dopo aver
partorito, e proprio partendo con l'ultima immagine dei suoi occhi
color rosso fuoco, ora viene svelato il seguito.
Il film
è diretto da Massimiliano Bruno, al suo secondo esordio in regia.
Il film, li quale in parte è stato girato all'Aquila, pone una domanda cui pochi si sono fatti:
Cosa
accade se un politico a causa di un grave malore perde i freni
inibitori e dice tutto ciò che gli passa per la testa diventando così una
minaccia per se stesso e per il suo partito?
E'
a questa domanda che il regista cerca di dare una realistica
risposta, anche se nel filmato non mancano numerose e gustose gag
divertenti. Un film sicuramente da non perdere, uno dei pochi film
italiani degli ultimi anni che è capace di far ridere a crepapelle,
commuovere e riflettere allo stesso tempo.
Quasi
amici: la realtà che si scontra con la favola
Philippe,
miliardario paraplegico, è alla ricerca di un badante personale.
Driss, giovane immigrato senegalese con vari problemi, si presenta
come candidato, ma in realtà non ha alcuna intensione di farsi
assumere: vuole soltanto ottenere il sussidio di disoccupazione.
Successivamente il
ragazzo torna al piccolo appartamento che condivide con la sua
famiglia in uno squallido sobborgo. Sua zia, stanca ormai di non aver
avuto sue notizie per quasi sei mesi, lo butta fuori di casa
Il giorno dopo, Driss torna
alla villa di Philippe per ritirare i suoi documenti e gli viene
comunicato, con suo enorme stupore, che è stato assunto per un
periodo di prova della durata di un mese.
Data la profonda disabilità
di Philippe, Driss è costretto ad assisterlo in ogni momento della
sua vita, scoprendone con stupore aspetti completamente diversi da
quel che si aspettava. Nonostante alcune difficoltà iniziali, Driss
si prende diligentemente cura del suo assistito, aiutandolo a non
cadere in depressione a causa del suo stato. In seguito si scopre che
Philippe intrattiene una relazione epistolare con Eleonore. Molto
divertenti su questo proposito sono i molteplici interventi di Dress:
"E
se è una cozza?” “Non mi interessa, con lei voglio un
rapporto spirito e spirito!” “Sì ma se lei è una cozza
allora è un rapporto tra spirito e cozza!”
La donna però non è a
conoscenza della disabilità Philippe, e Driss lo incoraggia ad
incontrarla. Il ragazzo diventa così l'elemento cardine che smuove
le acque di un mare piatto e alto borghese fatto di fin troppe rigide
regole, si trasforma in un portatore sano di vitalità e scurrilità
nella vita di Philippe, portandolo cambiargli in meglio la vita. Molto toccante il discorso
che fa Philippe quando qualcuno fa notare che Dress, dato il suo
passato, potrebbe non avere “nessuna pietà” con lui:
“E' esattamente questo
quello che voglio: nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai
perché? Perché si dimentica. E' vero, non ha una
particolare compassione per me, però è alto, robusto, ha due
braccia, due gambe, un cervello che funziona, è in buona salute.
Allora di tutto il resto a questo punto, nel mio stato, come dici tu,
da dove viene, che cosa ha fatto... io me ne frego.”
I
registi Olivier Nakache e Eric Toledano realizzano un film tenero e
“duro” allo stesso tempo,
commuovente,
ma che fa morire dalle risate, rappresentando due estremi della
società con una tenerezza e una bellezza senza eguali, il tutto
senza essere mai scontati: la storia non segue neanche per un momento
i soliti intrecci sentimentali come incontro – unione – scontro –
riconciliazione, cosa che lo spettatore gradirà non poco.
La
pellicola inoltre riesce a infondere un'aria prettamente realistica
ad un film che poteva facilmente naufragare in acque favolistiche.
Il
merito è anche di un cast straordinario che ha avuto il coraggio di
allontanarsi dalle fisionomie dei personaggi originali senza però
allontanarsi dalla trama.
In
conclusione, un film bellissimo, che saprà sorprendere anche i più
scettici.
Devo
ammetterlo, non sono molto esperta di fumetti, ma siccome tutti in
famiglia li leggevano non ho potuto far a meno di “apprendere”
qualcosa, poi da quando i fumetti hanno “traslocato” nel cinema
(si veda X Man, Spiderman, Ironman, Thor, Capitan America, ecc...)
sono diventata praticamente una fan dei Supereroi.
L'ultimo
che mi sono andata a vedere al cinema è stato “Il cavaliere oscuro
– il ritorno”, e c'è da premettere che avevo già visionato i
primi due film della saga, e che avevo in special modo apprezzato il
secondo, “Il cavaliere oscuro”.
Nei
fumetti il personaggio di Batman debutta sul numero 27 di Detective
Comics del maggio 1939, pubblicato dalla National,
oggi detta “DC Comics”.
Il
personaggio fu creato da Bob Kane e Bill Finger, ed è diventato una
dei simboli più importanti dei fumetti dei supereroi.
Per
la creazione del personaggio Kane si ispirò
dai progetti ingegneristici di Leonardo da Vinci e dalle visioni
suggerite da due film in particolare: “Il segno di Zorro”
del 1920, con l'eroe solitario che combatte contro le ingiustizie, e
l'horror “The Bat”.
A questi si devono poi aggiungere anche l'influenza dei così detti
“pulp magazine”
(economiche riviste di racconti che ebbero un discreto successo tra
il 1920 e il 1950).
Ma,
tornando al film:
Sono
passati otto anni dagli avvenimenti de “Il cavaliere oscuro”, e
la città di Gotham gode di un meritato periodo di pace: con il
decreto Dent, promulgato in seguito alla tragica morte dello stesso
procuratore distrettuale, il dipartimento di polizia di Gotham ha
quasi eliminato tutta la criminalità organizzata.
Brtman
è scomparso, Bruce Wayne è sparito dalla circolazione, auto
reclusosi nella sua grande dimora con la sua società che cade in
rovina, e il Commissario Gordon si sente in colpa per aver coperto i
crimini compiuti da Due Facce (Il procuratore distrettuale Dent, dopo
essere impazzito) incolpando Batman, così scrive un discorso per
rivelare la verità alla popolazione di Gotham, ma decide infine che
essa non è ancora pronta per sentirlo.
Durante una missione di
ricerca di un membro del Congresso scomparso, Gordon viene rapito e
trascinato nelle fogne dallo spietato terrorista mascherato detto
“Bane”, che entra in possesso del testo del discorso del
commissario.
Gordon rimane ferito durante la fuga e soccorso
dall'agente di pattuglia John Blake (Che anche lui riserverà delle
sorprese).
La
figura di Bane è quella centrale dell'antagonista della pellicola.
Un super criminale, un mercenario reso mostruoso da una maschera
antidolorifica che gli copre metà volto.
Il
criminale prima riduce la società Wayne in bancarotta e poi ruba il
segretissimo reattore nucleare convertendo il nucleo, pensato per
produrre energia pulita infinita, in un letale ordigno atomico.
Mentre il protagonista è rinchiuso in una prigione in cui è
impossibile uscirne, che è situato in un profondissimo pozzo,
malridotto e con la schiena spezzata, Bane instaura in città una
vera e propria dittatura, una tirannide, un vero e proprio regime del
terrore, e affida il detonatore della bomba nucleare ad un cittadino
misterioso di cui, all'inizio, non se ne sa l'identità.
Intanto Bruce ascolta
impotente il piano di Bane per illudere i gothamiti e poi ucciderli
tutti senza pietà, dopo aver posizionato nel pozzo un televisore,
cosicché il suo prigioniero osservi la distruzione
di Gotham senza poter far nulla.
"Quando
Gotham sarà in cenere, avrai il mio permesso di morire".
In
questo ultimo capitolo della saga i fratelli Nolan decidono di dare
una nuova sfaccettatura al termine “terrore”: dopo il “terrore”
inteso come caos
affrescato (per me) dal per sempre insuperabile Joker di Ledger
e
quello del caso
personificato da Due Facce, in questo terzo capitolo il terrore si
impersona in una spaventosa e sanguinaria guerra civile.
Mai, come in
questo caso, Gotham è esplicitamente assurta a sineddoche del mondo,
e questa è una megalomania che ben si adatta al capitolo finale di
una delle saghe più seguite di sempre. Riassumendo, un film
spettacolare che saprà non deludere.
Certo, di sicuro non riesce ad
equivalere (sia qualitativamente che emotivamente) il secondo
capitolo della saga (e dubito che un altro film mai ci riuscirebbe),
e non sono pochi gli “strafalcioni” ne gli episodi paradossali e
inverosimili, come ad esempio il fatto che tra il secondo e il terzo
capitolo della serie non ci sia un apparentemente soluzione di
continuità, e la formula della trama sembra essere un po' quella
della ripetizione, ma, in mezzo al racconto di cotanta articolata
corruzione tanto orrore e terrore, così verosimilmente presenti
nella pellicola, le azioni e la trama del film riescono a coprire
quasi completamente le mancanze e a coinvolgere lo spettatore tanto
da farlo rimanere con il fiato sospeso fino all'ultimo secondo.
Voto:
4/5
(Non metto 5/5 solo perché
quello lo metterei comunque al secondo capitolo della saga).