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mercoledì 5 dicembre 2012

Ted: Un'insopportabile orso

John è un bambino timido e introverso, che non riesce a fare amicizia con i suoi coetanei, così riceve in regalo dai genitori un bel orsacchiotto di peluche: il bambino si affeziona talmente al pupazzo che esprime il desiderio che questo possa prendere vita e stare per sempre con lui. Inaspettatamente il suo desiderio si realizza.

lunedì 26 novembre 2012

Breaking Bawn - parte 2


Nell'ultimo capitolo della serie Isabella Swan, detta anche Bella, si era lasciata trasformare in vampira dal suo amato Edward dopo aver partorito, e proprio partendo con l'ultima immagine dei suoi occhi color rosso fuoco, ora viene svelato il seguito.

sabato 10 novembre 2012

Viva l'Italia: Uno spaccato di verità.

Il film è diretto da Massimiliano Bruno, al suo secondo esordio in regia.
Il film, li quale in parte è stato girato all'Aquila, pone una domanda cui pochi si sono fatti:
Cosa accade se un politico a causa di un grave malore perde i freni inibitori e dice tutto ciò che gli passa per la testa diventando così una minaccia per se stesso e per il suo partito?
E' a questa domanda che il regista cerca di dare una realistica risposta, anche se nel filmato non mancano numerose e gustose gag divertenti. Un film sicuramente da non perdere, uno dei pochi film italiani degli ultimi anni che è capace di far ridere a crepapelle, commuovere e riflettere allo stesso tempo.

sabato 13 ottobre 2012

Quasi amici

Quasi amici: la realtà che si scontra con la favola

Philippe, miliardario paraplegico, è alla ricerca di un badante personale. Driss, giovane immigrato senegalese con vari problemi, si presenta come candidato, ma in realtà non ha alcuna intensione di farsi assumere: vuole soltanto ottenere il sussidio di disoccupazione.
Successivamente il ragazzo torna al piccolo appartamento che condivide con la sua famiglia in uno squallido sobborgo. Sua zia, stanca ormai di non aver avuto sue notizie per quasi sei mesi, lo butta fuori di casa
Il giorno dopo, Driss torna alla villa di Philippe per ritirare i suoi documenti e gli viene comunicato, con suo enorme stupore, che è stato assunto per un periodo di prova della durata di un mese.

Data la profonda disabilità di Philippe, Driss è costretto ad assisterlo in ogni momento della sua vita, scoprendone con stupore aspetti completamente diversi da quel che si aspettava. Nonostante alcune difficoltà iniziali, Driss si prende diligentemente cura del suo assistito, aiutandolo a non cadere in depressione a causa del suo stato.
In seguito si scopre che Philippe intrattiene una relazione epistolare con Eleonore. Molto divertenti su questo proposito sono i molteplici interventi di Dress:

"E se è una cozza?”
“Non mi interessa, con lei voglio un rapporto spirito e spirito!”
“Sì ma se lei è una cozza allora è un rapporto tra spirito e cozza!”


La donna però non è a conoscenza della disabilità Philippe, e Driss lo incoraggia ad incontrarla. Il ragazzo diventa così l'elemento cardine che smuove le acque di un mare piatto e alto borghese fatto di fin troppe rigide regole, si trasforma in un portatore sano di vitalità e scurrilità nella vita di Philippe, portandolo cambiargli in meglio la vita.
Molto toccante il discorso che fa Philippe quando qualcuno fa notare che Dress, dato il suo passato, potrebbe non avere “nessuna pietà” con lui:

E' esattamente questo quello che voglio: nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai perché? Perché si dimentica.
E' vero, non ha una particolare compassione per me, però è alto, robusto, ha due braccia, due gambe, un cervello che funziona, è in buona salute. Allora di tutto il resto a questo punto, nel mio stato, come dici tu, da dove viene, che cosa ha fatto... io me ne frego.”

I registi Olivier Nakache e Eric Toledano realizzano un film tenero e “duro” allo stesso tempo,
commuovente, ma che fa morire dalle risate, rappresentando due estremi della società con una tenerezza e una bellezza senza eguali, il tutto senza essere mai scontati: la storia non segue neanche per un momento i soliti intrecci sentimentali come incontro – unione – scontro – riconciliazione, cosa che lo spettatore gradirà non poco.
La pellicola inoltre riesce a infondere un'aria prettamente realistica ad un film che poteva facilmente naufragare in acque favolistiche.
Il merito è anche di un cast straordinario che ha avuto il coraggio di allontanarsi dalle fisionomie dei personaggi originali senza però allontanarsi dalla trama.
In conclusione, un film bellissimo, che saprà sorprendere anche i più scettici.


mercoledì 19 settembre 2012

Il Cavaliere oscuro - il ritorno. Un connubio perfetto tra suspance e azione


Devo ammetterlo, non sono molto esperta di fumetti, ma siccome tutti in famiglia li leggevano non ho potuto far a meno di “apprendere” qualcosa, poi da quando i fumetti hanno “traslocato” nel cinema (si veda X Man, Spiderman, Ironman, Thor, Capitan America, ecc...) sono diventata praticamente una fan dei Supereroi.
L'ultimo che mi sono andata a vedere al cinema è stato “Il cavaliere oscuro – il ritorno”, e c'è da premettere che avevo già visionato i primi due film della saga, e che avevo in special modo apprezzato il secondo, “Il cavaliere oscuro”.
Nei fumetti il personaggio di Batman debutta sul numero 27 di Detective Comics del maggio 1939, pubblicato dalla National, oggi detta “DC Comics”.
 
Il personaggio fu creato da Bob Kane e Bill Finger, ed è diventato una dei simboli più importanti dei fumetti dei supereroi.
Per la creazione del personaggio Kane si ispirò dai progetti ingegneristici di Leonardo da Vinci e dalle visioni suggerite da due film in particolare: “Il segno di Zorro” del 1920, con l'eroe solitario che combatte contro le ingiustizie, e l'horror “The Bat”. A questi si devono poi aggiungere anche l'influenza dei così detti “pulp magazine” (economiche riviste di racconti che ebbero un discreto successo tra il 1920 e il 1950).
 Ma, tornando al film:
Sono passati otto anni dagli avvenimenti de “Il cavaliere oscuro”, e la città di Gotham gode di un meritato periodo di pace: con il decreto Dent, promulgato in seguito alla tragica morte dello stesso procuratore distrettuale, il dipartimento di polizia di Gotham ha quasi eliminato tutta la criminalità organizzata.
 Brtman è scomparso, Bruce Wayne è sparito dalla circolazione, auto reclusosi nella sua grande dimora con la sua società che cade in rovina, e il Commissario Gordon si sente in colpa per aver coperto i crimini compiuti da Due Facce (Il procuratore distrettuale Dent, dopo essere impazzito) incolpando Batman, così scrive un discorso per rivelare la verità alla popolazione di Gotham, ma decide infine che essa non è ancora pronta per sentirlo.

Durante una missione di ricerca di un membro del Congresso scomparso, Gordon viene rapito e trascinato nelle fogne dallo spietato terrorista mascherato detto “Bane”, che entra in possesso del testo del discorso del commissario.
Gordon rimane ferito durante la fuga e soccorso dall'agente di pattuglia John Blake (Che anche lui riserverà delle sorprese).
La figura di Bane è quella centrale dell'antagonista della pellicola. Un super criminale, un mercenario reso mostruoso da una maschera antidolorifica che gli copre metà volto.

Il criminale prima riduce la società Wayne in bancarotta e poi ruba il segretissimo reattore nucleare convertendo il nucleo, pensato per produrre energia pulita infinita, in un letale ordigno atomico.

Mentre il protagonista è rinchiuso in una prigione in cui è impossibile uscirne, che è situato in un profondissimo pozzo, malridotto e con la schiena spezzata, Bane instaura in città una vera e propria dittatura, una tirannide, un vero e proprio regime del terrore, e affida il detonatore della bomba nucleare ad un cittadino misterioso di cui, all'inizio, non se ne sa l'identità.
Intanto Bruce ascolta impotente il piano di Bane per illudere i gothamiti e poi ucciderli tutti senza pietà, dopo aver posizionato nel pozzo un televisore, cosicché il suo prigioniero osservi la distruzione di Gotham senza poter far nulla.
 "Quando Gotham sarà in cenere, avrai il mio permesso di morire".

In questo ultimo capitolo della saga i fratelli Nolan decidono di dare una nuova sfaccettatura al termine “terrore”: dopo il “terrore” inteso come caos affrescato (per me) dal per sempre insuperabile Joker di Ledger

e quello del caso personificato da Due Facce, in questo terzo capitolo il terrore si impersona in una spaventosa e sanguinaria guerra civile.
 Mai, come in questo caso, Gotham è esplicitamente assurta a sineddoche del mondo, e questa è una megalomania che ben si adatta al capitolo finale di una delle saghe più seguite di sempre.
Riassumendo, un film spettacolare che saprà non deludere.

Certo, di sicuro non riesce ad equivalere (sia qualitativamente che emotivamente) il secondo capitolo della saga (e dubito che un altro film mai ci riuscirebbe), e non sono pochi gli “strafalcioni” ne gli episodi paradossali e inverosimili, come ad esempio il fatto che tra il secondo e il terzo capitolo della serie non ci sia un apparentemente soluzione di continuità, e la formula della trama sembra essere un po' quella della ripetizione, ma, in mezzo al racconto di cotanta articolata corruzione tanto orrore e terrore, così verosimilmente presenti nella pellicola, le azioni e la trama del film riescono a coprire quasi completamente le mancanze e a coinvolgere lo spettatore tanto da farlo rimanere con il fiato sospeso fino all'ultimo secondo.



Voto:



4/5



(Non metto 5/5 solo perché quello lo metterei comunque al secondo capitolo della saga).


lunedì 27 agosto 2012

Gomorra, un viaggio nei meandri della camorra


L’altra sera, senza sapere neanche come, mi sono trovata a discutere con degli amici sul film “Gomorra”.
Ora, per quei pochi che non lo sapessero Gomorra è un film diretto da Matteo Garrone, che si è basato sul best-seller di Roberto Saviano: Gomorra, e ancora per quei pochi che non lo sapessero, Il libro è un viaggio nel terribile e criminale mondo della camorra e dei luoghi dove questa è nata e vive. Il libro si basa principalmente su esperienze di vita propria dello scrittore (come per esempio quando ad un certo punto si parla  di un abito realizzato per Angelina Jolie in una fabbrica dell'interland nord di Napoli, dove lo dichiara espressamente in un breve estratto del libro: “Pasquale mi iniziò al complicato mondo dei tessuti. Avevo cominciato anche a frequentare casa sua […]. Pasquale aveva acceso la televisione, cambiando i vari canali era rimasto immobile davanti allo schermo, aveva strizzato gli occhi sull'immagine come un miope, anche se ci vedeva benissimo […]. In tv Angelina Jolie calpestava la passerella della notte degli Oscar indossando un completo di raso bianco, bellissimo [...]. Quel vestito l'aveva cucito Pasquale in una fabbrica in nero ad Arzano. Gli avevano detto solo: 'Questo va in America' […] Si ricordava bene quel tailleur bianco. Si ricordava ancora le misure, tutte le misure […]. Non avrebbe potuto dirlo a nessuno […]. Non poteva dire: 'Questo vestito l'ho fatto io'. Nessuno avrebbe ceduto ad una cosa del genere. La notte degli Oscar, Angelina Jolie indossa un vestito fatto ad Arzano da Pasquale. Il massimo ed il minimo.” ), atti processuali e sulle indagini della polizia.
Numerose sono state le collaborazioni di Savaino con le più importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. Attualmente in Italia collabora con L’espresso e La Repubblica, negli Stati Uniti con il Washington Post, il New York Times e il Time, in Spagna con El Pais, in Germania con Die Zeit e Der Spieghel, in Svezia con Expressen e in Gran Bretagna con il Times. A causa del successo ottenuto da  Gomorra Saviano ha avuto diverse ripercussioni sulla sua vita privata:  ricevendo lettere minatorie, telefonate mute e, sopra ogni altra cosa, una sorta di “isolamento ambientale”.
A causa delle minacce ed intimidazioni subite, l'allora Ministro dell’Interno Giuliano Amato, decise di assegnargli una scorta per motivi di sicurezza il 13 ottobre 2006 .
Il 14 ottobre 2008 arrivò la notizia di un attentato nei confronti dello scrittore: un ispettore di Polizia della DIA informò la direzione distrettuale antimafia di essere venuto a conoscenza, dal pentito Carmine Schiavone, di un piano per uccidere lo scrittore e gli uomini della scorta entro Natale con un attentato sull'autostrada Roma-Napoli. Tuttavia, Carmine Schiavone smentì di essere a conoscenza di un piano dei Casalesi per uccidere Saviano, provocando l'immediata risposta dello scrittore: "È ovvio che lo dica; se lo dicesse, implicitamente dovrebbe ammettere di avere ancora rapporti con la criminalità organizzata". Tuttavia .Carmine Schiavone, pur negando di sapere dell'attentato, ha confermato che Saviano è stato condannato a morte dal clan dei casalesi.
Nel 2008 Saviano decise di lasciare il paese in seguito alle minacce, confermate da informative e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che svelarono il progetto di eliminarlo da parte del clan dei Casalesi.
Ora, tornando finalmente al film, che parla per’appunto  di ville sfarzose di boss malavitosi create a immagine e somiglianza di quelle di Hollywood, di campagne pregne di rifiuti tossici smaltiti per conto di mezza Europa, di una parte di popolazione che non solo convive  con questa “realtà”, ma addirittura la difende e ne approva l'operato. Il film racconta di un “Sistema” (questo il nome usato per riferirsi alla camorra) che adesca reclute non ancora adolescenti,
dei bambini, facendo loro credere che la loro sia l'unica possibilità di vita, bambini convinti che l'unico modo di morire e vivere come un uomo vero sia quello di morire ammazzati, di imbracciare pistole e armi, come nella storia di Marco e Ciro, detto Pisellìno 
i quali sono due giovani delinquenti che decidono di alzare la posta: cominciano così attività illecite in proprio; prima rubano della droga ad un gruppo di extracomunitari, quindi arrivano a rubare delle armi in un deposito della camorra, compiendo anche rapine. Dopo aver ignorato i primi avvisi di minacce, i due vengono attirati in un desolato tratto del litorale domizio. Lì vegono uccisi brutalmente, ed i loro corpi fatti sparire, sotterrati con una ruspa.
La pellicola racconta di un fenomeno malavitoso che viene influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, in cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze ai divi del cinema.
Un particolare interessante del film è il linguaggio in cui gli attori si cimentano: curato con estremo realismo.
Con sconcertante semplicità dialettica si prendono le decisioni su chi ammazzare e non esistono sfumature. O si è da una parte, o dall'altra, o dentro o fuori.
Per far comprendere meglio il linguaggio del film poi, la pellicola viene sotto intitolata: i sottotitoli infatti rappresentano un'italianizzazione di espressioni dialettali napoletane.
Per quanto riguarda l’ambientazione, Nel film sono presenti molti luoghi fatiscenti, quasi “astratti”, se così si può dire.
Gli interni, pur essendo poveri, mostrano la predilezione per l’arredamento vistoso: per esempio, nel film si vede un trasloco nel quale vengono spostati una poltrona dorata in velluto viola e molti altri oggetti vistosi.
In fine mi sento di affermare che, nonostante i casi mediatici in cui in seguito è stato implicato il film (come il caso di Bernardino Terracciano, interprete di “Zi' Bernardino”, che fu arrestato in seguito per favoreggiamento, estorsione e detenzione abusiva di armi da fuoco, il quale fu seguito poi da Salvatore Fabbricino, che interpretò uno dei tanti camorristi nel film, e Giovanni Venosa, che interpretò un capoclan), la storia che racconta il film rimane comunque quella che è: una storia vera che parla di verità.


Voto:
4/5

martedì 21 agosto 2012

Orgoglio e Pregiudizio 2005

Nell'Inghilterra di fine settecento un giovane aristocratico, Charles Bingley, affitta la tenuta vicina a quella della famiglia Bennet, a cui non mancano delle figlie da maritare (come troppo spesso fa notare la signora Bennet). Una sera, durante un ballo, Bingley fa il suo ingresso nella sala, accompagnato dall'altezzosa, irritante sorella e dal bello quanto ombroso e presuntuoso Signor Darcy. Quella sera Bingley si innamora perdutamente della primogenita dei Bennet, la timida e placida Jane, un amore a prima vista che ci si aspetterebbe anche per Darcy e la secondogenita delle Bennet: Lizzie, se non fosse per la loro indole ribelle e poco incline al confronto. Troppo orgogliosa lei, troppo precluso lui. E da qui la storia la sanno quasi tutti.

Corre voce che Jane Austen non scrivesse i suoi romanzi nella tranquillità e silenzio di uno studio, ma in un soggiorno ricolmo di baccano, immersa nella vita quotidiana della sua numerosa famiglia. Energica, numerosa e rumorosa è anche la vita della famiglia Bennet: fra attacchi di nervi e trappole matrimoniali – entrambi personificati dalla chiassosa Mrs. Bennet – (una meravigliosa Brenda Blethyn, perfetta nel ruolo di madre afflitta dall'ansia di accasare tutte e cinque le figlie).

E a Mr. Bennet (un Donald Sutherland così simile al personaggio del romanzo da far meravigliare anche i più scettici).
Questo film non esprime la passione e il sentimento attraverso parole strappalacrime, scene memorabili o baci mozzafiato. Vedere Orgoglio e Pregiudizio solo una volta non è certo sufficiente per addentrarsi nel livello più profondo del film, quello di un amore che nasce e si sviluppa gradualmente.
Ammetto che ho letto un'infinità di volte “Orgoglio e Pregiudizio”, poiché la lettura, per me, è l'unica cosa che riesce a stare sullo stesso livello del cinema. Mi piace leggere. Mi piace così tanto che spesso, sono stata capace di leggere 500 pagine di un libro in una sola notte, come ad esempio ho fatto con CRYPTO, (primo romanzo thriller di Dan Brown, scritto nel 1998 e pubblicato in Italia il 27 giugno 2006), della lunghezza di 425 pagine.
Ma, tornando alla pellicola, trovo che sia fatta, costruita e montata, in modo molto più che eccellente.
Trovo che sia il film che meglio esprima la vera anima del libro, con tutte le sue pause e riflessioni.
Tutto della storia riporta inevitabilmente all'Ingilterra rurale di fine settecento, in modo molto superiore rispetto alla versione del 1940, o ancora rispetto alla serie televisiva del 1995. E anche se Matthew Mcfayden impersona un Darcy più insicuro e ombroso che arrogante e altezzoso, come lo vuole la Austen, l'ho trovato molto più simile al personaggio rispetto agli altri attori che l'avevano impersonato.
 Anche Keira Knightley l'ho trovata molto più adatta rispetto alle precedenti, e azzeccatissima per il ruolo della frizzante,furba e ironica Lizzie.
 Secondo certa critica il regista Joe Wright è stato troppo frettoloso e non ha dato spazio alla psicologia dei personaggi. Ma nonostante io trovi quest'accusa infondata, c'è da porsi una domanda: non è forse evidente che in un romanzo c'è molta più opportunità di dar voce ai sentimenti, alle emozioni, e alla stessa psicologia dei personaggi? Specialmente in quelli della Austen, dove ne vengono riempite dalla stessa scrittrice pagine e pagine?
In un film, dove il tempo è ridotto, quando la voce narrante viene a mancare e dove i personaggi si trovano a “presentarsi” mentre sono in azione, è ovvio che si punta tutto sulla capacità espressiva degli attori che sul resto. I quali, se bravi, possono anche sopperire alla descrizione dei processi psicologici dei personaggi che interpretano.
Inoltre anche la scenografia, spettacolare a mio modesto parere, rende bene il tormento dei personaggi (come, nella prima dichiarazione di Darcy, che viene fatta sotto la pioggia... molto bella, romantica, a tratti passionale, e suggestiva).
Infine, a parer mio, rispetto alle precedenti versioni che sono state create, quest'ultima è la più coinvolgente, romantica ed emozionante che sia stata mai creata.
La ciliegina sulla torta? La meravigliosa, finale, dichiarazione di Darcy: “mi avete stregato anima e corpo e vi amo, vi amo, vi amo...” Una battuta che fa emozionare a tal punto lo spettatore che egli rimarrà a bocca aperta.


La scena finale poi è meravigliosa, molto meglio dell'attesissimo bacio, (che comunque è stato aggiunto come finale alternativo nella versione DVD)

con Lizzie che bacia la mano a Darcy con la luce del sole che fa da sfondo creando un meraviglioso spettacolo di luci e ombre. Magnifico.
In conclusione, un film magico che, a mio parere, appassionerà anche i meno romantici del mondo.



Voto:
4/5