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lunedì 27 agosto 2012

Gomorra, un viaggio nei meandri della camorra


L’altra sera, senza sapere neanche come, mi sono trovata a discutere con degli amici sul film “Gomorra”.
Ora, per quei pochi che non lo sapessero Gomorra è un film diretto da Matteo Garrone, che si è basato sul best-seller di Roberto Saviano: Gomorra, e ancora per quei pochi che non lo sapessero, Il libro è un viaggio nel terribile e criminale mondo della camorra e dei luoghi dove questa è nata e vive. Il libro si basa principalmente su esperienze di vita propria dello scrittore (come per esempio quando ad un certo punto si parla  di un abito realizzato per Angelina Jolie in una fabbrica dell'interland nord di Napoli, dove lo dichiara espressamente in un breve estratto del libro: “Pasquale mi iniziò al complicato mondo dei tessuti. Avevo cominciato anche a frequentare casa sua […]. Pasquale aveva acceso la televisione, cambiando i vari canali era rimasto immobile davanti allo schermo, aveva strizzato gli occhi sull'immagine come un miope, anche se ci vedeva benissimo […]. In tv Angelina Jolie calpestava la passerella della notte degli Oscar indossando un completo di raso bianco, bellissimo [...]. Quel vestito l'aveva cucito Pasquale in una fabbrica in nero ad Arzano. Gli avevano detto solo: 'Questo va in America' […] Si ricordava bene quel tailleur bianco. Si ricordava ancora le misure, tutte le misure […]. Non avrebbe potuto dirlo a nessuno […]. Non poteva dire: 'Questo vestito l'ho fatto io'. Nessuno avrebbe ceduto ad una cosa del genere. La notte degli Oscar, Angelina Jolie indossa un vestito fatto ad Arzano da Pasquale. Il massimo ed il minimo.” ), atti processuali e sulle indagini della polizia.
Numerose sono state le collaborazioni di Savaino con le più importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. Attualmente in Italia collabora con L’espresso e La Repubblica, negli Stati Uniti con il Washington Post, il New York Times e il Time, in Spagna con El Pais, in Germania con Die Zeit e Der Spieghel, in Svezia con Expressen e in Gran Bretagna con il Times. A causa del successo ottenuto da  Gomorra Saviano ha avuto diverse ripercussioni sulla sua vita privata:  ricevendo lettere minatorie, telefonate mute e, sopra ogni altra cosa, una sorta di “isolamento ambientale”.
A causa delle minacce ed intimidazioni subite, l'allora Ministro dell’Interno Giuliano Amato, decise di assegnargli una scorta per motivi di sicurezza il 13 ottobre 2006 .
Il 14 ottobre 2008 arrivò la notizia di un attentato nei confronti dello scrittore: un ispettore di Polizia della DIA informò la direzione distrettuale antimafia di essere venuto a conoscenza, dal pentito Carmine Schiavone, di un piano per uccidere lo scrittore e gli uomini della scorta entro Natale con un attentato sull'autostrada Roma-Napoli. Tuttavia, Carmine Schiavone smentì di essere a conoscenza di un piano dei Casalesi per uccidere Saviano, provocando l'immediata risposta dello scrittore: "È ovvio che lo dica; se lo dicesse, implicitamente dovrebbe ammettere di avere ancora rapporti con la criminalità organizzata". Tuttavia .Carmine Schiavone, pur negando di sapere dell'attentato, ha confermato che Saviano è stato condannato a morte dal clan dei casalesi.
Nel 2008 Saviano decise di lasciare il paese in seguito alle minacce, confermate da informative e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che svelarono il progetto di eliminarlo da parte del clan dei Casalesi.
Ora, tornando finalmente al film, che parla per’appunto  di ville sfarzose di boss malavitosi create a immagine e somiglianza di quelle di Hollywood, di campagne pregne di rifiuti tossici smaltiti per conto di mezza Europa, di una parte di popolazione che non solo convive  con questa “realtà”, ma addirittura la difende e ne approva l'operato. Il film racconta di un “Sistema” (questo il nome usato per riferirsi alla camorra) che adesca reclute non ancora adolescenti,
dei bambini, facendo loro credere che la loro sia l'unica possibilità di vita, bambini convinti che l'unico modo di morire e vivere come un uomo vero sia quello di morire ammazzati, di imbracciare pistole e armi, come nella storia di Marco e Ciro, detto Pisellìno 
i quali sono due giovani delinquenti che decidono di alzare la posta: cominciano così attività illecite in proprio; prima rubano della droga ad un gruppo di extracomunitari, quindi arrivano a rubare delle armi in un deposito della camorra, compiendo anche rapine. Dopo aver ignorato i primi avvisi di minacce, i due vengono attirati in un desolato tratto del litorale domizio. Lì vegono uccisi brutalmente, ed i loro corpi fatti sparire, sotterrati con una ruspa.
La pellicola racconta di un fenomeno malavitoso che viene influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, in cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze ai divi del cinema.
Un particolare interessante del film è il linguaggio in cui gli attori si cimentano: curato con estremo realismo.
Con sconcertante semplicità dialettica si prendono le decisioni su chi ammazzare e non esistono sfumature. O si è da una parte, o dall'altra, o dentro o fuori.
Per far comprendere meglio il linguaggio del film poi, la pellicola viene sotto intitolata: i sottotitoli infatti rappresentano un'italianizzazione di espressioni dialettali napoletane.
Per quanto riguarda l’ambientazione, Nel film sono presenti molti luoghi fatiscenti, quasi “astratti”, se così si può dire.
Gli interni, pur essendo poveri, mostrano la predilezione per l’arredamento vistoso: per esempio, nel film si vede un trasloco nel quale vengono spostati una poltrona dorata in velluto viola e molti altri oggetti vistosi.
In fine mi sento di affermare che, nonostante i casi mediatici in cui in seguito è stato implicato il film (come il caso di Bernardino Terracciano, interprete di “Zi' Bernardino”, che fu arrestato in seguito per favoreggiamento, estorsione e detenzione abusiva di armi da fuoco, il quale fu seguito poi da Salvatore Fabbricino, che interpretò uno dei tanti camorristi nel film, e Giovanni Venosa, che interpretò un capoclan), la storia che racconta il film rimane comunque quella che è: una storia vera che parla di verità.


Voto:
4/5

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