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venerdì 17 agosto 2012

La tigre e la neve di Benigni: le facce dell'amore

Stroncato da “un certo tipo” di critica, quella politicizzata, che in Italia è fatta di destra e di sinistra, (e a questo punto aggiungo che, a mio parere, non riesco proprio a capire certi atteggiamenti della critica quando delle volte applaude film, sempre a mio avviso, del tutto insignificanti, e altre volte discrimina pellicole eccelse come questa) ma a ragion veduta acclamato dal pubblico.
Attilio è un poeta che costantemente ogni notte sogna di sposare la sua amata, Vittoria, che nella realtà lo rifiuta di continuo e lo sfugge. Quando lei, partita per un'intervista al più importante poeta iracheno rientrato in patria in prossimità della guerra, verrà gravemente ferita, Attilio la raggiungerà in fretta e farà di tutto per salvarla. Non ci saranno ostacoli che potranno fermarlo nel tentativo di farla sopravvivere: dalla mancanza di medicinali (in quel luogo non esistono farmacie a portata di mano) al posto di blocco in cui verrà ritenuto un terrorista.

È una storia d'amore quella che Benigni ci propone questa volta, un amore con la A maiuscola. Quell'amore che porta la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film “comico”, anche se non mancano gag esilaranti, ma una riflessione poetica sul bisogno di speranza che il mondo odierno nutre, anche quando il cinismo domina su larga scala.
C'è chi crede di aver arti così grandi da poter abbracciare il mondo, ma in realtà ha braccia così troppo corte anche solo per accogliere un amico. L'Attilio di Benigni è esattamente l'opposto, e abbraccia tutti, senza distinzioni, facendo comprendere che anche nel grigio mondo di oggi non tutto è perduto, ma per salvarsi bisogna fare le azioni concrete, e non dare aria solo alla bocca.

Sono fortemente sicura che questo film piacerà a tutti, anche se a livelli diversi: ci saranno quelli che scorgeranno Montale e Ungaretti fra i vari personaggi (solo per citarne alcuni), sorridendo appena con un po' di aria di superiorità per chi ha frequentato le “scuole alte”, e alle anime libere, che magari non conoscono la poesia, ma la vivono ogni singolo secondo di ogni singolo giorno della loro vita.
Il film custodisce una di quelle storie che emoziona, che ti spacca il cuore, che fa sognare, meravigliare e rimanere con il fiato sospeso, utilizzando lo stesso rigore emozionale de “La vita è bella”: alterna momenti di umorismo e di dramma, facendo anche spesso dell’umorismo sul dramma.

E’ un film che sostanzialmente parla d’amore, nel modo più profondo, quello vero, non fatto solo di parole eclatanti, ma di gesti concreti: Attilio fa di tutto per la sua amata, dai piccoli gesti, semplici ma dolcissimi, al rischiare la vita per salvarla.

Perché non è detto che il romanticismo e l'amore si dimostrano con le parole, ma con i fatti, le azioni, quelle vere.
Per esempio Shakespeare, che è il simbolo del poeta romantico per eccellenza, che parla quasi sempre d'amore nelle sue opere, per alcuni studiosi pare che non sia stato altrettanto “romantico” con sua moglie.
Per carità, sono soltanto speculazioni e nulla di fatto, poiché la scarsità di documenti rinvenuti che riguardano la sua vita privata ha fatto sorgere numerose riflessioni riguardo al suo vero aspetto fisico, alla sua sessualità, alla sua religione e persino all'attribuzione delle sue opere.
Sta di fatto però che William Shakespeare e sua moglie Anne Hathaway, per la maggior parte della loro vita matrimoniale, lui visse quasi sempre a Londra, scrivendo e recitando le proprie opere, mentre lei rimase stabilmente a Stratford.
Quindi, alla luce di queste personalissime riflessioni sostengo che se qualcuno mi dovesse chiedere cos'è l'amore, io risponderei che è questo: non è passione, non solo, perché quella parte rispecchia soltanto l'un percento di quello che è l'amore, amare è entrare in una dimensione diversa, del tutto nuova, cambiare orbita e pianeta.

Significa spostare il centro della nostra vita e orbitare attorno ad un nuovo punto. Il nostro pensiero si concentra e rischiara un’unica figura: quella dell'altro, e il resto rimane sullo sfondo, offuscato, come un paesaggio indistinto. Non c'è nient'altro se non quello, se non il benessere dell'altro. Questa figura, questo bisogno, si sovrappone a tutte le altre cose, è presente dappertutto, in ogni singolo istante.
Ed è questo che racconta la pellicola. Esattamente questo.


Ricordo un monologo del film in cui Benigni dice disperato, perché la sua amata rischia la vita:
"E dai, trovamela questa glicerina, perché se non me la trovi quella muore... quella muore proprio... e se muore lei, per me tutta questa messa in scena del mondo che gira... possono anche smontare, portare via, schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo e caricarlo su un camion col rimorchio, possiamo spegnere questa luce bellissima del Sole che mi piace tanto... ma tanto... lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole, tanto... portar via tutto questo tappeto, queste colonne, questo palazzo... la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi, la grandine, le sette del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare...".
Ecco, se dovrei descrivere cos'è l'amore, direi che è questo.



Voto:
5/5

2 commenti:

  1. Tout en recherchant le mot «amour comme passion» Blog Gabry Venturiello Google m'a donné "visages de l'amour" dans "le cinéma que la passion" donc j'ai vu votre blog sur le cinéma. Ok. J'ai fait un coup d'oeil avec le traducteur. C'est gentil. Je lirai plus attentivement un de ces jours, bonjour. I like it!

    Mentre cercavo la parola “amore come passione” sul blog di Gabry Venturiello Google mi ha dato “le facce dell’amore” in “cinema che passione” così ho visto il tuo blog sul cinema. Ok. Gli ho fato uno sguardo col traduttore. E’ bello. Lo leggerò più attentamente uno di questi giorni, ciao. Mi piace!

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