Stroncato da “un
certo tipo” di critica, quella politicizzata, che in Italia è
fatta di destra e di sinistra, (e a questo punto aggiungo che, a mio
parere, non riesco proprio a capire certi atteggiamenti della critica
quando delle volte applaude film, sempre a mio avviso, del tutto
insignificanti, e altre volte discrimina pellicole eccelse come
questa) ma a ragion veduta acclamato dal pubblico.
Attilio è un
poeta che costantemente ogni notte sogna di sposare la sua amata,
Vittoria, che nella realtà lo rifiuta di continuo e lo sfugge.
Quando lei, partita per un'intervista al più importante poeta
iracheno rientrato in patria in prossimità della guerra, verrà
gravemente ferita, Attilio la raggiungerà in fretta e farà di tutto
per salvarla. Non ci saranno ostacoli che potranno fermarlo nel
tentativo di farla sopravvivere: dalla mancanza di medicinali (in
quel luogo non esistono farmacie a portata di mano) al posto di
blocco in cui verrà ritenuto un terrorista.
È una storia d'amore quella che Benigni ci propone questa volta, un amore con la A maiuscola. Quell'amore che porta la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film “comico”, anche se non mancano gag esilaranti, ma una riflessione poetica sul bisogno di speranza che il mondo odierno nutre, anche quando il cinismo domina su larga scala.
C'è chi crede di
aver arti così grandi da poter abbracciare il mondo, ma in realtà
ha braccia così troppo corte anche solo per accogliere un amico.
L'Attilio di Benigni è esattamente l'opposto, e abbraccia tutti,
senza distinzioni, facendo comprendere che anche nel grigio mondo di
oggi non tutto è perduto, ma per salvarsi bisogna fare le azioni
concrete, e non dare aria solo alla bocca.
Sono fortemente
sicura che questo film piacerà a tutti, anche se a livelli diversi:
ci saranno quelli che scorgeranno Montale e Ungaretti fra i vari
personaggi (solo per citarne alcuni), sorridendo appena con un po' di aria di superiorità per
chi ha frequentato le “scuole alte”, e alle anime libere, che
magari non conoscono la poesia, ma la vivono ogni singolo secondo di
ogni singolo giorno della loro vita.
Il film custodisce
una di quelle storie che emoziona, che ti spacca il cuore, che fa
sognare, meravigliare e rimanere con il fiato sospeso, utilizzando lo
stesso rigore emozionale de “La vita è bella”: alterna momenti
di umorismo e di dramma, facendo anche spesso dell’umorismo sul
dramma.
E’ un film che
sostanzialmente parla d’amore, nel modo più profondo, quello vero,
non fatto solo di parole eclatanti, ma di gesti concreti: Attilio fa
di tutto per la sua amata, dai piccoli gesti, semplici ma dolcissimi,
al rischiare la vita per salvarla.
Perché non è detto che il
romanticismo e l'amore si dimostrano con le parole, ma con i fatti,
le azioni, quelle vere.
Per esempio Shakespeare,
che è il simbolo del poeta romantico per eccellenza, che parla quasi
sempre d'amore nelle sue opere, per alcuni studiosi pare che non
sia stato altrettanto “romantico” con sua moglie.
Per carità, sono
soltanto speculazioni e nulla di fatto, poiché la scarsità di
documenti rinvenuti che riguardano la sua vita privata ha fatto
sorgere numerose riflessioni riguardo al suo vero aspetto fisico,
alla sua sessualità, alla sua religione e persino all'attribuzione
delle sue opere.
Sta di fatto però che William
Shakespeare e sua moglie Anne Hathaway, per la maggior parte della
loro vita matrimoniale, lui visse quasi sempre a Londra, scrivendo e
recitando le proprie opere, mentre lei rimase stabilmente a
Stratford.
Quindi, alla luce
di queste personalissime riflessioni sostengo che se qualcuno mi
dovesse chiedere cos'è l'amore, io risponderei che è questo: non è
passione, non solo, perché quella parte rispecchia soltanto l'un
percento di quello che è l'amore, amare è entrare in una dimensione
diversa, del tutto nuova, cambiare orbita e pianeta.
Significa
spostare il centro della nostra vita e orbitare attorno ad un nuovo
punto. Il nostro pensiero si concentra e rischiara un’unica figura:
quella dell'altro, e il resto rimane sullo sfondo, offuscato, come un
paesaggio indistinto. Non c'è nient'altro se non quello, se non il
benessere dell'altro. Questa figura, questo bisogno, si sovrappone a
tutte le altre cose, è presente dappertutto, in ogni singolo
istante.
Ed è questo che
racconta la pellicola. Esattamente questo.
Ricordo un
monologo del film in cui Benigni dice disperato, perché la sua
amata rischia la vita:
"E dai,
trovamela questa glicerina, perché se non me la trovi quella
muore... quella muore proprio... e se muore lei, per me tutta questa
messa in scena del mondo che gira... possono anche smontare, portare
via, schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo e caricarlo su un
camion col rimorchio, possiamo spegnere questa luce bellissima del
Sole che mi piace tanto... ma tanto...
lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla
luce del sole, tanto... portar via tutto questo tappeto, queste
colonne, questo palazzo... la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri
maturi, la grandine, le sette del pomeriggio, maggio, giugno, luglio,
il basilico, le api, il mare...".
Ecco, se dovrei
descrivere cos'è l'amore, direi che è questo.
Voto:
5/5
Sei bellissima! indovina chi te lo dice?
RispondiEliminaTout en recherchant le mot «amour comme passion» Blog Gabry Venturiello Google m'a donné "visages de l'amour" dans "le cinéma que la passion" donc j'ai vu votre blog sur le cinéma. Ok. J'ai fait un coup d'oeil avec le traducteur. C'est gentil. Je lirai plus attentivement un de ces jours, bonjour. I like it!
RispondiEliminaMentre cercavo la parola “amore come passione” sul blog di Gabry Venturiello Google mi ha dato “le facce dell’amore” in “cinema che passione” così ho visto il tuo blog sul cinema. Ok. Gli ho fato uno sguardo col traduttore. E’ bello. Lo leggerò più attentamente uno di questi giorni, ciao. Mi piace!