Tra
i tanti film che mi hanno sempre affascinata Guerre
Stellari è senz'altro uno tra i primi.
Sono
fortemente convinta che la passione che ho per i film e, in special
modo, per il cinema si è fondamentalmente radicata nel mio DNA prima
ancora che si potessero strutturare i miei caratteri somatici, ma ho
intuito di essere una cinefila convinta soltanto quando ho guardato
per la prima volta Guerre Stellari. Non
ero ancora nata quando l'hanno dato per la prima volta nei cinema, ma
non potrò mai dimenticare l'entusiasmo che mi avvolgeva quando, da
bambina, una volta spente le luci del salone di casa e sedutami
comodamente sul divano, iniziava il film con il famoso incipit:
“tanto tempo fa, in
una galassia lontana
lontana...”
Come
si sa, l'idea originaria di George Lucas era quella di un film
d'avventura fantascientifico.
Con
questo progetto, insieme al produttore Gary Kurtz, tentò di
acquistare i diritti della serie Flash Gordon, per produrne un
remake, ma l'alto costo di diritti e il troppo controllo creativo che
pretendevano i detentori, costrinsero il regista ad abbandonare il
progetto.
Ma
Lucas non si arrese, iniziando poi a scrivere una sceneggiatura
completamente scritta di suo pugno, ispirandosi a diversi generi
letterali e cinematografici, come i western, i telefilm seriali, le
opere del regista Akira Kurosawa, riferimenti ai serial degli anni
trenta in generale e in fine alla mitologia classica.
In
seguito, nel 1974, ampliò la bozza della sceneggiatura, che
comprendeva già elementi come i Sith, la Morte Nera e un giovane
protagonista chiamato Annikin Starkiller. Nella seconda versione
della bozza, il regista semplificò la storia e introdusse l'eroe
proveniente da una fattoria, cambiandone il nome in Luke. Il padre
del protagonista era ancora un personaggio presente nella storia, e
la Forza si era trasformata in un potere sovrannaturale.
Nella
versione successiva venne eliminato il personaggio del padre, che
venne sostituito con un sostituto: Ben Kenobi.
Nel 1976 venne
preparata una quarta bozza per le riprese e il film venne intitolato
“Le avventure di Luke Starkiller, come narrate nel Giornale dei
Whills, Saga I: Le Guerre stellari”.
Durante la produzione, Lucas cambiò il cognome di Luke in Skywalker
e modificò il titolo in “Star Wars”.
“La
gente chiedeva, 'tra tanti soggetti, perché scegliere proprio
quello?' e io dicevo: 'beh, è bello fare film per i giovani, voglio
parlare alla loro immaginazione'. Questo è il mio intento”.
Racconta Lucas riguardo alla pellicola.
Il
progetto per il film fu presentato sia alla Universal che alla United
Artists, ma entrambe bocciarono subito la pellicola. Solo la 20th
Century Fox l'approvò, ma solo grazie all'intervento di Alan Ladd,
all'epoca direttore creativo.
Con
l'accordo preliminare in tasca, nel 1974 Lucas iniziò a rifinire il
copione e la sceneggiatura:
“Diventò
un copione molto corposo, quasi duecento pagine. La storia mi aveva
preso la mano, dovetti scendere ad un compromesso e dissi: 'ne
prenderò un terzo, il primo atto, e ne farò un film. Ma avevo
scritto tanto, avevo passato un anno a scrivere la storia, e mi dissi
che non volevo buttare due terzi di un anno perché non potevo
permettermi altro, solo perché mi davano i soldi solo per un film,
perciò lo misi da parte e dissi: 'costi quello che costi, finirò
questo film'”.
Per
realizzare concretamente il progetto e conquistare il consiglio di
amministrazione delle Fox, Lucas ingaggiò l'artista concettuale
Ralph McQuarry, che creò delle immagini spettacolari, le quali
conquistarono il consiglio di amministrazione che approvò un budget
di 8, 250, 000 milioni di dollari.
Una
volta concluso il contratto Lucas andò alla ricerca degli attori che
avrebbero dovuto prendere parte al film, accompagnato dal suo amico
Braian Depalma, che cercava anche lui attori per “Carrie”, un
horror di Stephen King. Il regista ci mise sette mesi per completare
il casting di Star Wars.
Per
il ruolo di Luke Lucas voleva un uomo che esprimesse intelligenza e
integrità morale,
così venne scelto Mark Hamill, il quale rammenta
divertito: “ricordo una battuta del provino che non dimenticherò
mai. Luke dice: 'non possiamo tornare indietro, la paura è la loro
più grande difesa, la sorveglianza li non può essere più stretta
che su Aquali o Solust, e forse è diretta ad un assalto su larga
scala.' Ho letto la battuta e ho pensato: 'ma chi parla così?' Ma
l'ho recitata con intensità”.
Per
il ruolo di Han Solo invece ci voleva una persona più grande e
decisamente molto più cinica. Harrison Ford sembrava perfetto per la
parte, ma avendo già lavorato in “American Graffiti”, e dato che
Lucas pretendeva per il suo film volti del tutto ignoti nel mondo del
cinema, fu solo preso per dare la battuta agli attori nei provini.
“Mi
diedero le parti e mi chiesero se volevo aiutare gli altri attori a
recitarle. Il mio compito era di spiegare ai vari attori che
provavano quale era la loro parte, e qual'era il senso della battuta
che dovevano dire”, spiegherà
in seguito lo stesso Ford.
Ma
non passò molto tempo che Lucas rimase affascinato
dall'interpretazione dell'attore, che diede a Han Solo un
misto di spavalderia mercenaria e noia di vivere.
La
parte della principessa Leia, un personaggio che pur avendo la stessa
età del protagonista era molto più matura, venne data Carrie
Fisher, a patto che andasse in una clinica specializzata per
dimagrire di cinque chili.
Nel ruolo di Obi-Wan Kenobi
invece il regista volle scritturare una star affermata, e scelse Alec
Guinness, (oscar al miglior attore nel film “Il ponte sul fiume
Kwai”).
In seguito, per il ruolo chiave
di Dart Fener, in cui occorreva un fisico forte e imponente, venne
scelto il sollevatore di pesi massimi David Prowse.
Chewbecca
invece venne interpretato dall'altissimo Peter Mayhew (la sua altezza
era di 2 metri e 21cm).
Trovare
gli interpreti giusti per i robot invece non fu semplice: per i
androidi C3PO e R2D2 (Che nella
versione italiana della serie originale, R2-D2
era stato ribattezzato in sede di doppiaggio in C1-P8
mentre C-3PO aveva preso il nome di D-3BO.
Forse ciò è dovuto al fatto che abbiano ipoteticamente cambiato
codice dalla fine del terzo episodio), ci vollero attori in carne ed
ossa.
Per le parti vennero scelti gli attori Kenny Baker (perfetto
nella parte di R2D2, con i suoi 112 cm di altezza) e Anthony Daniels.
Per supervisionare
gli effetti sonori di “Una nuova speranza”, Lucas ingaggiò Ben
Burtt, il cui lavoro fu talmente all'avanguardia che l'Academy gli
conferì uno speciale riconoscimento. La Lucasfilm
sviluppò poi il sistema audio THX per il film “Il
ritorno del Jedi”,
primissimo film ad essere presentato con questo sistema sonoro.
Mentre, per quanto
riguarda gli aspetti tecnici, tutti i film della serie vennero girati
con un aspect ratio
(cioè il rapporto d'aspetto matematico che indica la larghezza e
l'altezza dell'immagine) di 2.35:1.
Dopo
aver scoperto che il settore della 20th
Century Fox dedicato agli effetti speciali era stato fatto
smantellare (in parte per gli alti costi, e in parte perché il gusto
e la cultura cinematografica in generale si indirizzavano verso film
essenzialmente realistici), Lucas fondò la “Industrial Light &
Magic”.
Per la creazione di molti degli effetti visivi venne
utilizzato il Motion
control photography,
con il quale si poté creare l'illusione che faceva credere grandi
oggetti di piccole dimensioni tramite l'uso di modellini e di
telecamere molto lente. I modelli delle astronavi vennero creati in
base ai disegni di Joe Johnston e colorati da McQuarry.
Quando le riprese
iniziarono nel deserto della Tunisia per le scene sul pianeta
Tatooine, il cast dovette affrontare diversi problemi, tra i quali
il peggior temporale che ci fosse mai stato in Tunisia, il
malfunzionamento del materiale e il guasto dei dispositivi
elettronici.
Dopo le riprese in Tunisia,
lo staff si spostò agli Elstree Studios (Londra) per girare gli
interni. Qui i problemi non mancarono: le rigide norme sindacali
inglesi imponevano a Lucas di dover cessare le riprese alle 17:30, il
regista poteva chiedere alla troupe un altro quarto d'ora, ma gli
venne sempre negato. Un altro problema era lo scarso interesse da
parte del cast nei confronti del film: in molti infatti lo
consideravano un “film per bambini”.Lo stesso Kenny Baker, (R2-D2), confessò di aver pensato che il film potesse essere un fallimento.
“C'era una principessa con delle strane crocchie nei capelli e un gigante vestito da scimmia. Era buffo davvero, molto, molto buffo”. Ricorda poi in seguito Harrison Ford.
Ford criticò anche i dialoghi dei personaggi dicendo a Lucas: “Puoi mettere questa merda nei copioni, George, ma sono sicuro che tu non riusciresti mai a parlare così.”
La produzione del film divenne così stressante per Lucas che ad un certo punto ebbe un infarto e i medici gli diagnosticarono un'ipertensione ed un esaurimento nervoso dovuto ad uno stress eccessivo.
Un altro problema fu quello delle voci dei personaggi e gli effetti sonori. Il sound designer Ben Burtt si occupò di questo, creando quella che venne poi definita da Lucas stesso la "colonna sonora organica".
Le
riprese del primo film iniziarono il 22 marzo 1976 e terminarono il
16 luglio 1976.
All'uscita
del film nessuno voleva programmarlo, e solo quaranta sale
accettarono di programmarlo.
Alla
vigilia del debutto nelle sale del film, Giorg Lucas, gli attori e
tutto lo staff, si strinsero aspettandosi il peggio.
Ma
comunque sarebbe andata a finire, il 25 maggio del 1977, sarebbe
stata una data memorabile nella storia del cinema.
Fu
un successo.
“Non
avevo mai visto effetti speciali così reali. Rimasi a bocca aperta”,
commenterà in seguito il cineasta Steven Spielberg.
I
film di Star Wars sono stati quelli che hanno aperto la strada alla
nuova tecnologia, cambiando radicalmente il modo stesso di fare
cinema.
Nel1978 la
pellicola vinse numerosi Premi Oscar: alla Migliore scenografia a
John Barry, Norman Reynolds, Leslie Dilley e Roger Christian.
Migliori costumi a John Mollo. Miglior effetti speciali a John
Dykstra, Richard Edkund, Grant McCune, Robert Blalack e John Stears.
Miglior montaggio a Marcia Lucas, Tichard Chew e Paul Hirsch.
Migliore colonna sonora a John Williams. Miglior sonoro a Don
MacDougall, Ray West, Bob Minkler, Derek Ball, e uno Special
Achievement Award a Ben Burtt. E questo solo per il primo film.
Niente male, per
quello che doveva essere un “film per bambini”.
Veronica sei immensa! Eternalizzi la fantasia per dare forza all'esistente! Tvb
RispondiEliminaVera sei bella ti amo
RispondiEliminaDevi essere molto giovane per iniziare la presentazione del film: - non potrò mai dimenticare l'entusiasmo che mi avvolgeva quando, da bambina, una volta spente le luci del salone di casa e sedutami comodamente sul divano, iniziava il film con il famoso incipit: “tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...” Eppure lo descrivi con una freschezza e un entusiasmo che io stessa non avrei potuto fare quando lo vidi tanti anni fa al cinema. E’ proprio vero che non esistono generazioni per sentire le cose. Ogni tanto ti leggo e trovo sempre aneddoti gustosi. Brava! Ok. Lucy56
RispondiEliminaIll translate your Italian. But it's nice to know that an Italian girl, because you saw this movie as a child, dreams see the costumes and the contents of another people. From the way you treat the contents, maybe you're in the industry and it's nice to know that you study the culture of American dreams. I do not see your picture but it's ok. Good job and great passion. Abigail59
RispondiEliminaTraduco male il tuo italiano. Ma è bello sapere che una ragazza italiana, visto che vedevi questo film da piccola, veda i sogni i costumi e i contenuti di un altro popolo. Da come tratti i contenuti, forse sei del settore ed è bello sapere che tu studi la cultura dei sogni americani. Non vedo la tua foto ma va bene cosi. Buon lavoro o bella passione. Abigail59